MALUM GRANATUM
Mostra personale di Cherasco (Cuneo)
"E' la melagrana profumata un cielo cristallizzato."
Federico Garcia Lorca
I momenti, le sensazioni, i luoghi della pittura di Ciro Palumbo si identificano e si misurano con gli aspetti della cultura figurativa del passato, con la profondità dei neri caravaggesca memoria, con un realismo rinascinamentale, con il mistero della luce che "scopre" scodelle, libri, paesaggi della memoria, cesti di frutta, finestre aperte su una natura rivisitata. Il suo discorso appartiene, quindi, all'area degli artisti legati all'immagine, alla intensa definizione di un oggetto o di uno spazio altamente evocativo, a una ricerca che si sviluppa lentamente secondo interiori rivelazioni.
Un dipingere che, di volta in volta, trova le motivazioni per "fissare" un percorso fatto di antiche seduzioni, di percezioni che emergono da una meditata grafia che si traduce in cieli percorsi da nuvole di vento, in un dire sottilmente malinconico, in un universo di magiche atmosfere. In particolare, Palumbo tende a un colore dalle impercettibili vibrazioni, a una rattenuta passionalità, a una compostezza che regola ogni pennellata, ogni scorcio d'ambiente, ogni natura morta. Nato a Zurigo, Pubblicitario, attento ai valori di una pittura limpidamente definita, Palumbo appare estremamente consapevole del ruolo del pittore nella società attuale. Un artista che accanto ai suoi tipici soggetti ha ora realizzato una serie di tavole caratterizzate dalla ricorrente presenza del melograno. E il frutto originario della persia, diviene simbolo di una rappresentazione "in divenire", di una sospesa raffigurazione, di segnali che "cattturano l'immaginario", dove "i suoi toni caldi, le sue atmosfere familiari si contrappongono e si fondono con il cielo animato e agitato quasi a voler sottolineare una doppia anima che tra la passionalità mediterranea e la compostezza nordica, trova il suo equilibrio apparente".
Il melograno è, perciò, per Palumbo, motivo esisenziale e chiave di lettura del suo mondo, suggestione di lontane latitudini e ritrovate passionalità nell'accensione dei rossi, nelle forme che appaiono nel vano delle finestre, nel senso di solitudine che si avverte osservando i quadri permeati da un immanente e, talora, inquietante silenzio.
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