Carla Piro

IL SOGNO DELL'ANGELO

Un leggero brivido aveva percorso dall’interno
la tela, mentre un rapido segno di colore ne solcava la superficie indefinita.
Era l’alba di percezioni inconsapevoli nella figura nascente.
Ogni gesto impresso dall’esterno trovava corrispondenza dentro il quadro.
Non erano ancora sensazioni, perché il tratto lieve abbozzava appena su quel nitore una sagoma femminile dalle ali raccolte.
Il nulla oscuro e sospeso fuori del tempo, in cui ella aveva fluttuato fin ad allora, era stato rotto da impressioni inaspettate e discontinue, sollecitate dal lavorio febbrile dell’artista.
Non vi era coscienza, né chiarore in quell’idea di angelo che fremeva nella mano creatrice; solo percezioni inespresse e non comprese dalla figura in bozzolo, priva di passato .
Via via la forma si andava delineando: mentre il pittore rappresentava l’idea, senza saperlo ne disegnava l’identità, consegnandole una coscienza che per gradi usciva dall’oscurità dei sensi.
Prima un braccio tracciato, poi le spalle, quindi le ali: per l’essere indefinito brancolante nel buio erano brividi e sussulti.
All’improvviso la luce: accecante, calda, terribile che rappresentava - per chi da sempre nel nulla- la soglia dell’ignoto.
Lui proseguiva nel fissarne il volto, i lineamenti, il capo ed a lei si dischiudeva un mondo sconosciuto ed un fermento nuovo.
Finché quello sguardo appena dipinto aveva incrociato gli occhi dell’autore ed una scintilla aveva acceso ambedue.
Ancor più impetuoso il pennello assediava la tela, mosso dall’ansia di tradurre in atto il sogno accarezzato a lungo: dal bozzetto al colore, infine le velature che davano vita al carnato di quell’essere dalle sembianze femminili ed angeliche insieme.
Ed ella, che fino ad allora aveva provato percezioni indistinte, avvertiva sulla pelle ormai definita il tocco di una carezza vibrante, mal tollerando la costrizione di un’universo a due dimensioni.
Sostenuto da un impeto irrazionale l’artista interveniva ancora con luci ed ombre, per conferire realtà illusoria alla forma senza vita. Pennellate impazienti, gesti appassionati e movimenti impulsivi si susseguivano scuotendo entrambi: il creatore e la creatura.
Inaspettata una folata di vento aveva spalancato la finestra distogliendolo dall’immagine; solo per un momento
Poi il battito d’ali: un soffio impalpabile di piume aveva lasciato deserta la tela
Allora egli ne avvertì la presenza
UN BIGLIETTO A/R DALLA REALTA' AL SOGNO …PASSANDO PER LO SHOPPING.
L’atelier di moda apre le porte allo studio del pittore
“Atelier” è una parola che accomuna il mondo dell’arte e quello della moda. Universi per secoli distanti e paralleli nella loro evoluzione, gradualmente sono divenuti contigui sino a rivelare commistioni e contaminazioni.
Le “sculture in tessuto” di Roberto Cappucci sono state esposte nei più importanti musei del mondo (Palazzo delle Esposizioni di Roma, Palazzo Strozzi a Firenze, Münchnerstadt Museum di Monaco, Museo di Vienna e al Palais de la Monnaie di Parigi).
I magazine di arte sono vigili nel cogliere le “tendenze” tanto nel campo precipuo, quanto in quello delle griffe, mostrando grande dinamicità nel seguire la moda.
Il settore dell’arte si rivela il nuovo territorio di investimento economico e d’immagine per Aziende e Fondazioni (legate ai nomi dei grandi stilisti) che, dopo il ruolo di sponsor o partner nel mondo della cultura, se ne fanno ora dirette promotrici (non è passato sicuramente inosservato al pubblico il discusso connubio Trussardi - Catelan).
Mentre progetti culturali, esposizioni ed artisti attingono nuova vigoria economica dalle maison , altri ingegni creativi (Pistoletto, Bourgeois , Rosenquist, Kounellis) mettono a disposizione il loro talento per “firmare “ le collezioni Illy e “vestire” le tazzine del caffè. Insieme a questi fenomeni, segno dell’attuale osmosi dei due àmbiti, vi sono i concept store di moderna concezione: luoghi in cui si celebra l‘incontro fra moda, costume, design, creatività..
Non stupisce, quindi, il tema “Atelier degli Angeli” per la serata-vernice del pittore torinese Ciro Palumbo in una delle boutique più glamour di Pistoia (Barghini Fashion), fra gli abiti di Moschino, di Dolce e Gabbana, Cavalli.
“Il termine “atelier”– spiega l’artista- allude al luogo destinato alla moda, ma anche alla “tana del pittore”, allo spazio in cui egli racconta se stesso, realizzando i propri lavori. Gli angeli, poi, sono un argomento molto caro, al quale sto dedicando gran parte dell’ultima produzione artistica”.
Così lo show room moderno e minimalista si trasforma, allestito con cavalletti, dipinti, disegni preparatori, stampe e scenografie di 2 metri, nell’atelier-studio dell’artista.
Insolito ed efficace l’abbinamento di un abito ad ognuno dei 15 quadri, in base ad accostamenti di colori, temi ed emozioni suggerite da dipinti che sembrano sospesi nel tempo. Le tele popolate di giochi di legno (Pinocchi, trottole, palle), di finestre rivolte verso paesaggi fantastici, di pioppi sopra scogliere ripide, evocano le atmosfere del sogno: incantate ed irreali.
Un piccolo veliero in un mare immaginario, la barchetta di carta all’attracco accanto ad un faro in una nicchia del muro descrive con ironia e dolcezza il tema del viaggio. Un viaggio intrapreso con un “biglietto di andata e ritorno” che realizza il desiderio di evasione (ma anche di esplorazione dall’esteriorità all’interiorità) ed il passaggio reciproco sogno-realtà, attraverso una “soglia” che affaccia su panorami fiabeschi.
Così nell’atelier di moda, il dipinto dal titolo “Partenza” ha avuto come “compagno” un abito sportivo ed una valigia…

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