Franco Nicola Ammenduni

Viene spontaneo chiederci, in questi nostri giorni di ansiosa ricerca, se alcuni codici di crittografia pittorica - da molto tempo definiti "moderni" - non incomincino, in realtà, ad essere
alquanto frusti, cioè visti e rivisti da troppo tempo, fissi ormai in un clichè di elucubrazione: Si deve immediatamente aggiungere, però, che risulta alquanto difficile ed implica pertanto una certa dose di coraggio, non solo il fare una affermazione come questa, ma soprattutto di dipingere in modo che sostenga un tale postulato, cioè in maniera onesta, che non segua correnti di clans e non giochi a darla ad intendere.
La pittura di Ciro Palumbo si distingue per la sua concezione estetica, che è in aperta polemica con alcune aberrazioni alle quali assistiamo, da troppi anni ormai, sotto l'etichetta di vera arte d'avanguardia.
Palumbo intende essere d'avanguardia facendo della pittura sul serio, cioè creando un suo diagramma di toni, che si fondono per armonizzare e cambiano per trascolorare. L'interpretazione di "ciò che esiste" diviene iperrealismo e quindi irrealtà e sogno.
L'iperrealismo infatti (se non fosse il caso di ricorrere ad una definizione, ben sapendo che l'arte sconfigge ogni definizione o formula), diviene mondo astratto, perchè leviga il dettaglio ed esalta i contorni o i piani sino a creare felicissime iperboli.
Nato a Zurigo nel 1965 frequenta a Torino le scuole superiori di Disegnatore Pubblicitario che lo fanno approdare alla professione per alcuni anni. Ciro Palumbo possiede un mestiere, ma non permette mai che questo mestiere diventi il confine della sua anima; al contrario, lo vuole mezzo espressivo per riflettere il proprio spirito, prima ancora di lasciar traspirare la sua personalità. E l'artista si cimenta su di una panoramica compositiva, il cui orizzonte include soprattutto quelle mirabili opere che vanno, grazie alla sua miracolosa tecnica, oltre la realtà. I soggetti utilizzati dall'artista posseggono una propria nobiltà, una sua aristocrazia che non è più il "il reale", ma è l'incanto che conduce all'incantesimo. Se è vero che la produzione pittorica del maesto è sempre stata ad un livello di coscienzioso impegno, è anche vero che alcune tappe evolutive possono essere individuate lungo un percorso di continuo superamento. Ed è stato interessante notare come critici più severi, abbiano da sempre concesso a Ciro Palumbo una valutazione che è sinonimo di stima, di frequente riconoscimento e molto spesso di plauso.
La pittura del maestro convince tutti ed è contesa dagli amatori. Ciro Palumbo ha esposto in vari Paesi d'Europa e oltre oceano, in mostre collettive e personali, ottenendo ampi consensi. Ma forse il consenso determinante lo hanno sempre dato e lo stanno dando con un crescendo meraviglioso i mercanti d'arte ed i collezionisti più ambiziosi di Firenze, Verona, Treviso, Napoli e di altre città italiane che, perseguendo una costante ricersca delle opere di questo straordinario pittore, ne hanno aumentato le quotazioni, elevandole ad un livello di prestigio internazionale.

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